Storia

Anna Faresin

Plinio il Vecchio, nel suo Naturalis Historiae riporta una leggenda fenicia che attribuisce la scoperta del vetro - avvenuta nel III millennio a.C. - ad alcuni mercanti che, carichi di soda, accesero il fuoco sulla sabbia, in prossimità del fiume Belo in Siria, accorgendosi, il giorno successivo, della formazione di una materia trasparente e lucente.
E fu proprio la navigazione dei mercanti fenici a permettere la diffusione dell’arte dei suppellettili in vetro, i cui primi esemplari furono rinvenuti nelle regioni centrali della Mesopotamia. Dall’analisi chimica dei reperti è stato possibile risalire alla datazione e alla definizione di alcune informazioni relative alla loro composizione, alle materie prime utilizzate, alle tecniche impiegate. Mentre le materie prime sono rimaste, nel tempo, all’incirca le stesse_1, le tecniche di formatura hanno subito una considerevole evoluzione: dalla “lavorazione a corpo friabile”, in cui la materia vitrea viene modellata a caldo su una forma, poi distrutta, alla “colatura” che prevede l’avvolgimento di fili vitrei attorno al “corpo friabile” rotante, alla “colatura” che copre il “corpo friabile” con silice e lo immerge nel fondente.
Durante l’età augustea la tecnica del “soffio mediante canna”, ancora oggi utilizzata nell’arte vetraria, ha rivoluzionato, superato e affinato ogni tecnica produttiva del mondo antico: la forma dell’oggetto veniva ottenuta mediante soffiatura libera o in stampi di metallo, legno e ceramica, permettendo il raggiungimento di un elevato livello di perfezione.
Nel I sec. a.C., inoltre, si riesce ad ottenere la trasparenza, peculiarità che rende singolare il vetro rispetto ad altri materiali. In epoca Medievale la tradizione vetraia dei romani viene estesa nelle province a nord delle Alpi e le vetrerie vengono situate in prossimità di foreste e corsi d’acqua, al fine di reperire legna, necessaria per produrre energia e acqua, impiegata per il trasporto e raffreddamento della sabbia.
Nel XVIII sec. si sostituisce alla legna il carbone, per la combustione, anche per evitare i consistenti disboscamenti che venivano “operati” in prossimità delle vetrerie. Contemporaneamente si evolvono anche le tecniche di produzione: già nel I sec. d.C. si produce il vetro piano mediante “soffiaggio di cilindri” e soltanto nel VI sec. d.C. mediante “soffiaggio di sfera”. Tale procedimento, impiegato fino al XIX sec. in Normandia e Inghilterra, consente di realizzare superfici più pure, brillanti e piatte, evitando il contatto del vetro con il forno.
La posizione geografica di Venezia, “a cavallo” tra Oriente ed Occidente e la sua flotta mercantile, hanno permesso alla città italiana di diventare uno dei più importanti centri di lavorazione e produzione del vetro già nel Medio Evo ed in modo ancor più rilevante nel Rinascimento. Il suo primato era legato alla capacità di ottenere vetri dall’aspetto molto puro e trasparente, grazie all’impiego di ceneri di una pianta litorale, di manganese e arsenico come decoloranti. Nel 1291 le vetrerie vengono trasferite a Murano, preservando la città dal rischio di incendi. Nell’isola si opera un’intensa attività di innovazione e ricerca al fine di differenziare l’offerta di prodotti: nel 1450 si mette a punto il “cristallo”, composto da vetro sodico incolore e manganese come decolorante, il “vetro ghiaccio”, con immersione del semifuso in acqua fredda, “il vetro calcedonio” che imita la pietra dura, “il vetro millefiori” che impiega segmenti di canne di differenti colori. Fino al XIV sec. gli artigiani veneziani riescono a mantenere segreta la tecnica ma lo spostamento di alcuni di essi - che ha permesso la diffusione dell‘arte vetraria anche in altri paesi europei, lo sviluppo di un nuovo processo di fusione nella seconda metà degli anni ’80 del 1600_2 e l’invenzione della pressa per vetro negli anni ’30 del 1800 - dà inizio alla produzione di massa dei prodotti vetrosi_3.
Altre importanti innovazioni sono antecedenti alla messa a punto di quei rivoluzionari processi: l'invenzione del vetro con  piombo nel 1670 ad opera dell'inglese George Ravenscroft, la produzione di vetro secondo il sistema cavo durante la rivoluzione industriale americana, l'invenzione della pompa ad aria compressa per automatizzare il sistema di soffiaggio, l'introduzione di prodotti chimici nella miscela delle materie prime.
All’incirca negli anni cinquanta del 1800, alla produzione artigianale si affianca a quella industriale_4 per la realizzazione non solo di bottiglie, bicchieri, flaconi, ma anche di vetri per l’edilizia.
Dal 1913 si cominciano a produrre a macchina lastre di vetro lucide, tirate verso l’alto con una pinza direttamente dalla massa fusa_5 - perpendicolarmente alla direzione di tiratura il vetro presentava, però, un “ondeggiamento”. Nel 1928 la Pittsburgh Plate Glass Company combina il sistema precedente con il metodo Libbey-Owens_6, che impiegava cilindri serrabordo, riducendo di molto i tempi di produzione. Nel 1920 anche la produzione di vetro colato “conosce” una significativa innovazione_7 che ne concentra le fasi di lavoro in un laminatoio, permettendo di ottenere dimensioni massime di 3 x 6 m. Nel 1959 Alastair Pilkington rivoluziona il settore con l’invenzione del vetro float, prodotto per galleggiamento della lastra allo stato pastoso su un bagno di stagno e caratterizzato da superficie priva di difetti. Attualmente costituisce il vetro di base di ogni prodotto trasformato.

NOTE:
1_La più antica ricetta per la composizione del vetro è stata attribuita al re assiro Assubanipal (668-628 a.C.), è conservata a Ninive, nella biblioteca di tavole di terracotta, e “recita”: “Il vetro si ottiene con 60 parti di sabbia, 180 parti di cenere di piante marine e 5 parti di creta”.
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2_Nel 1687 il francese Bernard Perrot sviluppò il metodo del vetro colato che permetteva di ottenere lastre di 1,2 x 2 m con maggiore velocità, migliore qualità e riduzione dei costi.
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3_Nel 1839 i fratelli Chance migliorarono il procedimento di soffiaggio mediante cilindri, che permise nel 1850-51 di realizzare in breve tempo le lastre necessarie per la costruzione del Crystal Palace, progettato da John Paxton.
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4_Nel 1856 Friedrich Siemens realizzò un forno di fusione migliorata, aumentando l’efficienza della produzione che portò alla riduzione dei prezzi.
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5_Grazie al procedimento messo a punto dal belga Emile Fourcault.
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6_Brevettato nel 1916 dall’americano Irving Colburn.
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7_Ad opera di Max Bicheroux.