Veduta esterna della Laminata House. Le pareti perimetrali sono realizzate incollando circa 13.000 “fette” di vetro da 1 centimetro di spessore. (Foto: L. Kramer).

 

Lo spessore del muro è variabile tra i 20 centimetri e il metro ed è calcolato in funzione del benessere termico e delle forze di trazione e compressione. (Foto: L. Kramer).

 

 

Il progetto
Il seguente progetto è situato presso Leerdam, una cittadina olandese nota per la vicina presenza di un distretto industriale produttivo del vetro. Tipologicamente si tratta di una abitazione pensata per un artista. L’aspetto innovativo riguarda però, più che la qualità estetica, la natura sperimentale del sistema tecnologico proposto: in questo progetto, infatti, l’unico elemento utilizzato come materiale da costruzione è il vetro. Data la spiccata originalità tecnologica del sistema costruttivo, per la sua realizzazione gli architetti olandesi Gerard Kruunenberg e Paul van der Erve, hanno dovuto sperimentare un iter progettuale atipico: dopo la vittoria del concorso, avvenuta nel 1995, per portare a compimento il progetto si è dovuto procedere attraverso una fase di studio e verifica durata quattro anni e che ha richiesto uno sforzo comune tra gli architetti, la Saint Gobain Glass, fornitrice delle lastre di vetro e il committente.
Dal punto di vista concettuale la casa ha origine da un monolite a forma di parallelepipedo, al quale viene successivamente rimossa materia per sottrazione fino a plasmare e definire gli spazi abitativi della casa.
La casa si distribuisce su un unico livello ed è riparata da una copertura continua. Nel mezzo dell’intero complesso si trova una fenditura spezzata longitudinale che funge da elemento distributivo e che dà origine a una divisione ideale in due distinti blocchi; nella sezione più ampia si trovano gli ambienti principali con due camere doppie, servizi igienici in comune e uno studio, mentre nella sezione di dimensioni più ridotte trova spazio solo un bagno e l’entrata. Dal lungo corridoio che attraversa per intero la casa ha origine invece il cardine del progetto: una ampia zona giorno a pianta libera, alla quale si accede tramite una corte di entrata a doppia altezza, con una terrazza attigua che scivola in sezione fino a mutare in un garage e in uno spazio per lo studio.

Il concept architettonico dell’edificio si basa, infine, sul tema della contrapposizione: chiuso e aperto, robusto e fragile, friabile e flessibile, sereno e dinamico, grezzo e definito.

La tecnologia costruttiva
La struttura portante della casa è costituita da setti murari composti da circa 13.000 lastre di vetro float, dello spessore di 1 cm ciascuna, le quali sono collegate tra di loro per mezzo di un collante siliconico bilaterale.
L’intera struttura non è ancorata al sistema di fondazione; giace solamente sul basamento di calcestruzzo e supporta una copertura lignea.
Ogni lamella di vetro è stata studiata per corrispondere a uno specifico punto della casa e creare un sistema strutturarle omogeneo con le altre: ogni lastra di vetro, infatti, lavora come un elemento verticale portante con irrigidimento continuo laterale.
Il sistema di collegamento della lastre ha rappresentato il punto più critico del progetto e ha impiegato le maggiori risorse in termini di tempo per essere risolto. La lunga durata della fase di studio preliminare è stata dovuta infatti alla difficoltà di trovare una colla adatta a collegare le lamelle di vetro tra di loro. Si è potuto procedere nella realizzazione dell’opera, infatti, solo quando si è riusciti a ottenere un sigillante abbastanza elastico da assorbire gli assestamenti strutturali del vetro, e che avesse la capacità di resistere alla radiazione ultravioletta e all’umidità.
L’intera struttura vetrata è stata montata in situ. Vista la particolarità dell’intervento, durante la fase di cantiere, si è dovuto provvedere a osservare particolari accorgimenti; al fine di ottenere un ambiente con una determinata temperatura e con un livello di umidità costante si è dovuto, infatti, coprire il sito durante le operazioni di posa. Successivamente le lamelle di vetro sono state posizionate, dieci alla volta, su una apposita struttura di sostegno in acciaio e sono quindi state pulite a mano per poter applicare con efficacia il silicone sulla superficie.
La fase di consolidamento finale si è compiuta attraverso il fissaggio del vetro e del silicone per mezzo dell’azione combinata di calore e pressione: alla fine ne è risultato un prodotto vetrato dalle elevate capacità di carico e di assorbimento del rumore. Il setto murario vetrato, infatti, a cospetto della vulnerabilità di ogni suo elemento preso singolarmente, presenta nell’insieme caratteristiche strutturali superiori a quelle del calcestruzzo.
Lo spessore del muro è stato calcolato in funzione del benessere termico e della risposta strutturale.
La larghezza della muratura varia dai 20 centimetri ai 2 metri. Lo spessore medio è di 33 centimetri permettendo una distribuzione ottimale delle forze di trazione e di compressione lungo tutta la struttura.
La laminatura permette inoltre di impedire l’insorgere di momenti flettenti negli elementi strutturali permettendo a questo materiale di sfruttare in maniera ottimale le sue elevate capacità di resistenza a compressione.
I setti murari vetrati inoltre provvedono massa termica, permettendo l’accumulo di energia solare durante il giorno e il graduale rilascio, nella fase notturna, del calore accumulato durante il giorno. Lo spessore del muro è stato inoltre studiato per assorbire e riemettere verso l’esterno il calore solare estivo, in modo da non trasferirne all’interno una quantità eccessiva durante i mesi estivi.

Il materiale
In questo progetto tutte proprietà del vetro vengono sfruttate in modo ottimale.
Il vetro è uno dei pochi materiali che, in un edificio, è in grado di rispondere contemporaneamente alle funzioni strutturali, di chiusura e di illuminazione.
Nella Laminata House l’utilizzo del vetro si asseconda a una rivoluzione tettonica: il concetto di uso del vetro come materiale da costruzione viene ridefinito completamente in modo innovativo.
In antitesi con la concezione contemporanea che lo vuole come un elemento associato a un’immagine di “leggerezza”, trasparenza e bidimensionalità qui il vetro abbandona la connotazione di fragilità e acquisendo massa e volume, fino a diventare un elemento strutturale portante simile al calcestruzzo. Vale la pena ricordare comunque che spesso il vetro è usato solo come pelle dell’involucro a causa del suo costo ingente.
Le lastre di vetro float sono usate sia per realizzare le partizioni interne che quelle esterne e hanno uno spessore variabile  dai 10 a 170 cm.
Per realizzare la struttura dell’edificio sono stati necessari 80 m2 di vetro, una quantità che sarebbe stata sufficiente per realizzare completare gli infissi di circa ottanta case.
La rifrazione della luce, lungo il bordo delle lastre che costituiscono il setto portante, produce effetti cromatici di notevole suggestione.
A cospetto della loro massa, i muri trasmettono comunque la luce. I raggi luminosi che attraversano lo spessore irregolare dei muri, attivano varie gradazioni di trasparenza e diverse qualità di luce; si passa infatti dall’opacità densa e protettiva del muro a sezione più larga fino alla limpida trasparenza che si percepisce in prossimità degli strati più sottili.
La proprietà fisica del vetro float di apparire traslucido e non trasparente quando viene guardato verso il lato dello spigolo si è dimostrata ottimale in funzione del conseguimento della privacy visiva interna all’edificio.
All’interno, le lamelle di vetro rifrangono la luce in un modo che permette al contempo riservatezza e illuminazione naturale diffusa.
Lastre di vetro convenzionali sono utilizzate solo in corrispondenza delle bucature, laddove venga richiesta una visuale chiara: in corrispondenza del nodo tra struttura portante e copertura la chiusura è provveduta da un vetrocamera fissato a dei profilati di metallo di sezione esigua.
Le estremità esposte finemente levigate delle lamelle di vetro danno origine, oltre a creare un gioco di luci e ombre, a un inaspettato pattern di consistenza tattile che si percepisce nelle increspature della superficie del muro.
L’unica prestazione che questo sistema strutturale vetrato non è stato in grado di soddisfare è la possibilità di creare perforazioni nei muri per far passare le condutture: il sistema di riscaldamento e quello elettrico sono stati alloggiati quindi solo nel solaio.

Riferimenti bibliografici
- Victoria Ballard Bell, Materials for architectural design, Laurence King Publishing, London, 2006
- Donatello D’Angelo, “Laminata – House of glass”, in Materia n.° 41, …,
- Material World. Innovative structures and finishes for interior, pg. 64
- AA.VV., Skins for building. The architect’s material sample book, Bis Publishers, Amsterdam, 2004, pg. 315
- Jorge Sainz, Espesura Esmeralda, in “arquitectura Viva” n. 86 ott. 2002, pp. 25 – 28