Prodotti trasformati
Anna Faresin

I prodotti trasformati, pronti per la messa in opera, sono ottenuti per successivi trattamenti e lavorazioni dai materiali vetrari di base al fine di ottenere le prestazioni termiche, meccaniche, ottiche, estetiche desiderate. Se ne riporta di seguito l’elenco:

TIPO DI VETRO

DEFINIZIONE

Vetro stratificato

Vetro ottenuto con interposizione tra due lamine, pressate e saldate a caldo (in autoclave), di resina termoplastica trasparente (PVB) in grado di trattenere i frammenti in caso di rottura. E’ stato inventato dal chimico francese Edouard Benedictus nel 1909.

Vetro temprato

Il procedimento di tempra può avvenire termicamente o chimicamente:

  1. Il vetro temprato termicamente è realizzato mediante un trattamento che consiste nel sottoporre il vetro ad uno shock termico che prevede un brusco raffreddamento dalla temperatura di circa 600° gradi. Questo comporta la formazione di micro-fratture interne che, risaldandosi tra loro, lo rendono più resistente e in grado di sbriciolarsi in frammenti non taglienti, in caso di rottura.
  2. Il vetro temprato chimicamente è caratterizzato da resistenza meccanica molto elevata dovuta al rinforzo chimico della superficie mediante scambio ionico ad alta temperatura. Il vetro indurito, poi, è sottoposto a tempra termica ma con raffreddamento più lento rispetto a tale lavorazione. Inoltre la sua rottura avviene in pezzi grossolani.

Vetro unito al perimetro (isolante termicamente)

Il vetro unito al perimetro è composto da due o più lastre unite con interposizione di materiale plastico o metallico, studiato per ottenere un’intercapedine d’aria disidratata tra le lastre, visto l’impedimento di scambio d’aria con l’esterno.

 

Dimensioni massime delle lastre per alcuni tipi di vetro

Tipologia

Lavorazione

Spessori [mm]

Dimensioni lastre [m]

Resistenza a rottura [N/mm2]

Applicazioni strutturali

Vetro ricotto (Vetro “float” con raffreddamento lento che ne elimina le tensioni interne per permetterne taglio e lavorazione)

Per colata su bagno metallico ad atmosfera controllata. Raffreddamento lento allo stato liquido.

3 < s <25

max 3,2 x 6

srott = 45

Non è un vetro di sicurezza. Ha applicazioni strutturali solo se accoppiato al vetro temperato. Rottura in grossi pezzi.

Vetro temperato

Ottenuto riscaldando il vetro ricotto a circa 700° C e raffreddato rapidamente.

s < 19

max 3 x 6

srott = 120

E’ un  etro di sicurezza. Rottura in frammenti.

Vetro semi-temperato

Processo simile alla tempra, con raffreddamento più lento.

s < 20

max 3 x 6

srott = 70

E’ un vetro di sicurezza. Rottura in grossi pezzi.

Vetro stratificato

Accoppiamento di due o più lastre di vetro attraverso un layer incollante (PVB o SentryGlas – adatto per requisiti antibomba)

Variabile a seconda degli strati di vetro e dello spessore e del numero dei fogli di PVB interposti

max 3 x 6

Variabile a seconda delle tipologie di vetro che si accoppiano: srott stratificati > srott ricotti

E’ un vetro di sicurezza. Può essere anche antibomba. In caso di rottura i pezzi rimangono incollati grazie al PVB.

Tabella tratta da: De Gaetano Sergio, “Costruire trasparente e resistente”, Modulo n.314, 2005, p.--

 

Prestazioni dei prodotti trasformati

Si riporta di seguito una classificazione dei prodotti di vetro presenti in commercio, ripartiti in base alle prestazioni offerte:

PRESTAZIONE

TIPO DI VETRO

DEFINIZIONE

ISOLANTE TERMICO

Vetro basso emissivo
(norma UNI EN 410, UNI EN 572-9,UNI EN 673, UNI EN 1096-4, UNI EN 1279-1, UNI EN 12150-1, UNI EN 12898)

Si definisce basso emissivo (low-e) un vetro float ricotto reso riflettente alla radiazione infrarossa, mediante il deposito di metalli o di sali metallici semi-conduttori; ottenuto per pirolisi o per polverizzazione catodica. (da www.saint-gobain-glass.com)

Vetro selettivo
(norma UNI EN 410, UNI EN 572-9, UNI EN 673, UNI EN 1096-4, UNI ENV 1627, UNI EN 12150-1)

Vetro float con un rivestimento (coating) su una delle facce della lastra di vetro in grado di mantenere elevata la trasmissione luminosa e di contenere invece il valore del fattore solare. Allo stesso tempo hanno anche prestazioni basso emissive.

Vetro isolante o vetro unito al perimetro
(norma UNI 7697; UNI 7171; UNI 5832)

Sono pannelli prefabbricati a due o più lastre unite fra di loro al perimetro, così da creare una o più intercapedini che contengono aria o gas disidratati. Quando composti con uno o più vetri di sicurezza, sono considerati vetri di sicurezza. (da norma UNI 7697)

Vetro TIM
(norma DIN EN 673, DIN EN 674, DIN EN 410, DIN EN 20140, DIN 4108, DIN 5034)

Sistema vetrato composto da due lastre nella cui intercapedine è inserito un materiale isolante traslucido (TIM) con funzione anche schermante la radiazione solare diretta. Quando composti con uno o più vetri di sicurezza, sono considerati anche sistemi vetrati di sicurezza.

SCHERMANTE

Vetro con lamelle interne
(norma UNI 7745, UNI 10593-2, UNI EN 673, prEN 1279-6, UNI EN ISO 10077-1, DIN 1286-1, ASTM E 972-88)

Sistema vetrato composto da due lastre nella cui intercapedine vengono inserite delle lamelle destinate a schermare la radiazione solare diretta.

Vetro con rete metallica
(norma DIN EN 673, DIN EN 674, DIN EN 410, VDI 2078, DIN 4108)

Sistema vetrato composto da due lastre nella cui intercapedine è inserita una rete metallica o delle lamelle destinate a orientare e captare la luce.

Vetro prismatico

Sistema vetrato composto da due lastre nella cui intercapedine viene inserito un pannello prismatico in materiale acrilico che respinge la luce diretta per riflessione verso l’esterno e, all’interno, diffonde la luce per rifrazione.

Vetro TIM
(norma DIN EN 673, DIN EN 674, DIN EN 410, DIN EN 20140, DIN 4108, DIN 5034)

Sistema vetrato composto da due lastre nella cui intercapedine è inserito un materiale isolante traslucido (TIM) con funzione anche schermante la radiazione solare diretta. Quando composti con uno o più vetri di sicurezza, sono considerati anche sistemi vetrati di sicurezza.

Vetro fotocromico

Vetro cromogenico in grado di variare le proprietà ottiche, ovvero la trasmissione della radiazione solare all’interno degli edifici, al variare dell’intensità della luce.

Vetro termocromico

Vetro cromogenico in grado di variare le proprietà ottiche, ovvero la trasmissione della radiazione solare all’interno degli edifici, al variare della temperatura.

Vetro elettrocromico
(norma ASTM E2141-02, PrEN 1096)

Vetro cromogenico in grado di variare le proprietà ottiche con l’azione di un campo elettrico.

Vetro a cristalli liquidi

Vetri stratificati ad alta tecnologia che possono essere resi trasparenti o opachi mediante un semplice impulso elettrico.

Vetro gasocromico

Sistema vetrato composto per finestra la cui trasmittanza U può essere variata secondo la richiesta d’illuminazione. All’interno del vetrocamera si trova un sottile strato di wolframio che a contatto con l’idrogeno, si colora di blu mentre a contatto con l’ossigeno diventa nuovamente chiaro. La miscela ossigeno idrogeno è regolata da un elettrolizzatore e da una pompa nascosti nel parapetto della finestra.

Vetro serigrafato
(norma UNI EN 572-2, UNI EN 12150-1)

 

Vetro float in cui una delle due facce è smaltata e successivamente temprata permettendo in questo modo di schermare parzialmente o totalmente la radiazione solare diretta a seconda del grado di diffusione sulla lastra del vetro della superficie serigrafata.

A CONTROLLO SOLARE

Vetro assorbente
(norma UNI EN 410, UNI EN 572-9, UNI EN 673, UNI EN 1096-4, UNI ENV 1627, UNI EN 12150-1)

Vetro float colorato in grado di assorbire determinate parti della radiazione solare. La maggior parte del calore assorbito viene ceduto all’esterno. Inoltre la trasmissione luminosa del vetro diminuisce a causa dell’alterazione dei colori della lastra.

Vetro atermico
(norma UNI EN 410, UNI EN 572-9, UNI EN 673, UNI EN 1096-4, UNI ENV 1627, UNI EN 12150-1)

Vetro float con l’impiego di coloranti nella pasta di vetro in grado di assorbire la radiazione infrarossa.

Vetro colorato
(norma UNI EN 410, UNI EN 572-9, UNI EN 673, UNI EN 1096-4, UNI ENV 1627,UNI EN 12150-1)

Vetro leggermente colorato in pasta o mediante l’applicazione di una pellicola sono in grado di assorbire una parte della luce e quindi può scaldarsi notevolmente e trasmettere calore all’interno per irraggiamento e per convezione.

Vetro riflettente
(norma UNI EN 410, UNI EN 572-9, UNI EN 673, UNI EN 1096-4, UNI ENV 1627, UNI EN 12150-1)

Vetro ottenuto attraverso l’applicazione di un rivestimento d’argento metallico attraverso processo pirolitico su una delle due superfici della lastra di vetro.

Vetro selettivo
(norma UNI EN 410, UNI EN 572-9, UNI EN 673, UNI EN 1096-4, UNI ENV 1627, UNI EN 12150-1)

Vetro float con un rivestimento (coating) su una delle facce della lastra di vetro in grado di mantenere elevata la trasmissione luminosa e di contenere invece il valore del fattore solare. Allo stesso tempo hanno anche prestazioni basso emissive.

ISOLANTE ACUSTICO

Vetro antirumore
(norma UNI 9614; UNI 9916; UNI EN 20140-2; UNI EN ISO 140-1; UNI EN ISO 140-3; UNI EN ISO 140-5; UNI EN ISO 140-12; UNI EN ISO 717-2)
(D.P.C.M. Gazzetta Ufficiale n. 297 del 22/12/1997)

Sistema vetrato composto da due lastre di vetro di spessore diverso, unite tra loro da un foglio di polivinilbuttirrale (PVB) e poi il tutto sottoposto ad elevate temperature e pressioni in autoclave.

SICUREZZA
(norma UNI 5832)

Vetro temprato
(norma UNI 7697; UNI 7142; UNI 7306; UNI 5832; UNI EN 12150)

Si dicono temprati i vetri piani trattati in modo da indurre negli strati superficiali tensioni permanenti di compressione. I loro frammenti sono sempre minuti e quindi poco taglienti. (da norma UNI 7697) I vetri temprati furono introdotti nel 1959 in seguito a ricerche di laboratorio, come risposta adeguata alla domanda dell’industria automobilistica.

Vetro stratificato
(norma UNI 7697; UNI 7172; UNI 5832; UNI EN 12543-2)

Si dicono stratificati i vetri formati da due o più lastre di vetro piano e uno o più strati interposti di materia plastica, incollati fortemente tra loro per l’intera superficie. In caso di rottura i frammenti di vetro, anche di grandi dimensioni, restano fortemente attaccati agli strati interposti di materia plastica. (da norma UNI 7697) Fu inventato nel 1909 da un chimico francese di nome Edouard Benedictus che gli diede il nome iniziale di TRIPLEX.

Vetro armato
(norma UNI 7697; UNI 6123; UNI 7306; UNI 5832)

Si dicono armati i vetri che contengono incorporata una rete metallica (retinati) o fili metallici; l’armatura ha il compito di trattenere i frammenti in caso di rottura. I vetri armati hanno un effetto ritardante nella propagazione degli incendi. (da norma UNI 7697)

Vetro composito sensibile
(norma UNI 7697)

E’ un vetro piano collegato ad impianti di allarme e/o difesa che entra in azione in caso di rottura della lastra. (da norma UNI 7697)

Vetro piano ricotto
(norma UNI 7697; UNI 5832)

E’ un vetro piano in lastre, le cui tensioni interne permanenti sono ridotte ed al limite eliminate per ricottura e la cui rottura avviene in pezzi taglienti ed appuntiti. (da norma UNI 7697)

Vetro di sicurezza al fuoco
(norma UNI EN 357; UNI 7557; UNI 7677; UNI 9742)

Si definisce elemento vetrato resistente al fuoco (es. partizioni, porte, vetrate intelaiate) l’elemento di costruzione contenente uno o più prodotti di vetro trasparente o traslucido con supporti di montaggio, materiale di sigillatura e di fissaggio compresi tutti i particolari componenti di costruzione collaudati e classificati mediante prova. (da norma UNI 357:2002).
La proprietà di resistenza al fuoco è definita nei termini seguenti:
R = capacità portante: caratteristica dell’elemento di costruzione di resistere all’esposizione al fuoco, su una o più facce, per un periodo di tempo senza alcuna perdità di stabilità strutturale.
E = integrità: capacità dell’elemento di costruzione con funzione di separazione di resistere all’esposizione al fuoco unicamente su un lato, senza trasmissione del fuoco al lato non a contatto con esso che si avrebbe con il passaggio di importanti quantità di fiamme o di gas caldi dal lato del fuoco a quello non a contatto con il fuoco, con conseguente accensione della superficie esposta non a contatto con il fuoco o di qualsiasi altro materiale adiacente a detta superficie.
I = isolamento: capacità dell’elemento di costruzione di resistere all’esposizione al fuoco su un unico lato, senza trasmissione del fuoco senza trasmissione del fuoco che si avrebbe dalla conduzione considerevole di calore dal lato del fuoco a quello non a contatto del fuoco, con conseguente accensione della superficie esposta sul lato non a contatto con il fuoco o di qualunque materiale a contatto con detta superficie e capacità di fornire una barriera al calore sufficiente a proteggere le persone vicine all’elemento di costruzione per il periodo di classificazione corrispondente.

Vetro antiproiettile
(norma UNI EN 1063)

Vetro stratificato in grado di resistere agli impatti da proiettile.

Vetro antisfondamento
(norma UNI EN 356, UNI 9186)

Vetro stratificato in cui la scelta del numero, dello spessore, della sequenza di montaggio delle lastre di vetro e dei fogli di leganti in PVB, è scelta in modo da ottimizzare le caratteristiche di resistenza allo sfondamento. In genere si usano numerose lastre di vetro di modesto spessore e fogli di PVB di spessore relativamente elevato.
La classificazione dei vetri antisfondamento è guidata dalla norma UNI 9186 che prevede tre classi di resistenza.

STRUTTURALE

Vetro strutturale

Sistema vetrato multistrato con l’interposizione tra le lastre di vetro di una lastra trasparente di materiale tenace (policarbonato o fibra di carbonio) allo scopo di rendere tenace l’intero sistema. (da www.vetrostrutturale.it)

ENERGETICO

Vetro con celle fotovoltaiche

Vetro composto da due lastre di vetro con interposte celle fotovoltaiche per la trasformazione dell’energia solare in energia elettrica.

Vetro riscaldante

Vetro munito di elettrodi disposti sui lati che in presenza di alimentazione trasformano l’energia elettrica in calore.

AUTOPULENTE

Vetro autopulente
(UNI EN 572, UNI EN 410, UNI EN 1096, UNI EN 673, UNI EN 12758)

Vetro con un rivestimento (coating) di ossidi metallici fotocatalitico sul lato esterno che rende il vetro in grado di autopulirsi quando è sporco grazie all’azione combinata dei raggi UV  dell’acqua.
Tale rivestimento infatti interagendo con i raggi ultravioletti si attiva e decompone lo sporco organico. Il coating è anche idrofilo cioè quando l’acqua viene a contatto con la superficie del vetro rivestita scivola via portando con sé le particelle di sporco.

Tabella elaborata da: Luca Siragusa