Vista generale dell’intervento. Il complesso si presenta come un vasto tappeto verde che, guadagnando rapidamente quota, cela sotto di sé un ampio volume funzionale colmato da tre prospetti completamente vetrati e inclinati.

Particolare di un prospetto vetrato: le grandi trasparenze in corrispondenza della visuale verso il Campus sono state rese possibili dall’utilizzo di facciate a controllo climatico.

Particolare di un prospetto vetrato. Il disegno dei serramenti segue un particolare canone compositivi: sulla vetrata strutturale viene dato particolare rilievo visivo solo agli elementi meccanici ausiliari di sostegno delle traverse orizzontali tramite l’alternanza cromatica dei colori bianco e nero.

Particolare della facciata vetrata. La facciata è costituita da una doppia pelle di vetro. All’interno dello strato di ventilazione è inoltre presente un sistema di oscuramento solare costituito da delle veneziane che variano automaticamente la loro inclinazione a seconda della radiazione giornaliera.

Il progetto
Il progetto della nuova biblioteca universitaria di Delft nasce conseguentemente a una lunga serie di critiche,  avanzate da parte degli studenti stessi del Campus, che da tempo mettevano in evidenza la carenza di un elemento identificativo in grado di sopprimere la sensazione di anonimato che si percepiva all’interno della struttura universitaria.
Le ragioni che hanno motivato le scelte progettuali del gruppo Mecanoo Architecten, nella composizione della nuova biblioteca, sono state determinate da condizioni del sito particolarmente impegnative: l’area progetto richiedeva infatti un manufatto in grado di porsi in relazione funzionale con la preesistente aula magna brutalista di Bakema e Van der Broek senza, al contempo, entrare in competizione visiva con essa.
Per risolvere il particolare vincolo sopra elencato, dovuto alla marcata caratterizzazione figurativa e simbolica di questa architettura in calcestruzzo amato degli anni ’60, i nostri architetti hanno proposto un concept progettuale innovativo.
Il progetto si conforma unicamente in funzione della situazione topografica del sito. Inserendosi come parte integrante del landscape, il manufatto si adegua ad assumere una forma inusuale che non appartiene a nessuna tipologia riconoscibile nelle biblioteche.
Il complesso si presenta come un vasto tappeto verde che, guadagnando rapidamente quota, cela sotto di sé un ampio volume funzionale colmato da tre prospetti completamente vetrati e inclinati.
L’interpretazione dell’elemento di chiusura superiore come involucro pensile praticabile, oltre ad aumentare la naturalità nel Campus e a svolgere una funzione coadiuvante al sistema di climatizzazione, ha permesso di rimediare all’insufficienza di spazi di socialità di cui si lamentavano gli studenti. Il trattamento a verde della copertura ha reso possibile infatti la creazione di uno spazio aggiuntivo pubblico sul quale gli universitari si possono incontrare, sdraiare e sedere all’aperto.
L'unico elemento costruttivo che emerge da questo landscape è cono in calcestruzzo inteso qui come simbolo di tranquillità, studio e conoscenza. Questo elemento geometrico, entrando in evidente contrasto con la lieve superficie erbosa, rappresenta una metafora spaziale di forte richiamo figurativo e ospita, al suo interno, cinque piani ad anello che permettono il passaggio della luce fino al piano terra.
Con le sue mille postazioni studio l’edificio costituisce la più importante biblioteca tecnica dei paesi bassi.
Al suo interno, l'articolazione spaziale è strutturata secondo un programma funzionale sciolto da tradizionali schemi tipologici e più simile, per le varie interconnessioni fluide tra i vari ambienti, al terminale di un moderno aeroporto.
L'accesso conduce a una grande hall a pianta libera racchiusa da muri completamente vetrati in cui le varie funzioni, determinate dalle attrezzature disposte, non avendo limiti fisici ben definiti, incentivano un’interazione costante tra gli utenti.
Lungo il lato nord, in adiacenza alla hall principale e divisa da questa tramite ampie superfici vetrate, si trova l’area studio più grande.
Le varie postazioni di lavoro sono invece disseminate lungo la facciata vetrata al piano terra, e in corrispondenza di un piano ammezzato lungo la sezione più alta della copertura. La biblioteca è inoltre dotata di funzioni ricreative accessorie come un guardaroba e di un piccolo coffee bar.

La tecnologia costruttiva
Uno degli obiettivi primari dei progettisti è stato quello strutturare l’edificio con tecnologie all’avanguardia che permettessero di conferire all’ambiente interno una suggestione di massima leggerezza. Attraverso espedienti di virtuosismo tecnico viene deliberatamente ricercata la minor sezione resistente degli elementi strutturali. Il sistema costruttivo è costituito da una struttura mista in calcestruzzo ed acciaio: gli elementi di portanti verticali sono costituiti in maggior parte da pilastri in acciaio mentre le strutture orizzontali sono composte di travi in acciaio e solette in calcestruzzo.
L’obiettivo di realizzare grandi trasparenze è stato conquistato grazie all’utilizzo di facciate a controllo climatico.
I fronti vetrati chiudono tre lati del volume emergente dell’edificio; i principali sono collocati sui lati sud ed est e sono riparati dalla radiazione solare diretta per mezzo dell’aggetto dell’elemento di copertura.
La facciata in doppia pelle di vetro con la sua leggera inclinazione rispetto alle direzioni dominanti della griglia urbana e il suo arretramento rispetto al filo della copertura produce un effetto simile a fuga teatrale. 
L’inclinazione della facciata rispetto invece alla normale al piano terreno, oltre a fornire un contributo di natura estetica coopera alla climatizzazione del clima interno; il prospetto nord è inclinato di 15 gradi verso l’interno mentre il prospetto est e parte di quello sud hanno una inclinazione di 11 gradi verso l’esterno.
La facciata vetrata incide in maniera fondamentale nel bilancio energetico dell’edificio.
La facciata è infatti in prevalenza un Active Wall prodotto dalla Permasteelisa: consiste in una facciata ventilata vetrata a corridoio, con una intercapedine di 140 mm in cui la ventilazione forzata dell’aria viziata dei locali interni crea una zona buffer che permette di ridurre il carico termico in ingresso e in uscita. La caratterizzazione sistema di ventilazione a corridoio fa inoltre in modo che non si accumuli troppo calore alla sommità della facciata in estate. Con questo sistema il flusso di aria che si genera per convezione è in media di 75m3/h per metro lineare di facciata.
I pannelli vetrati dello strato interno sono scorrevoli per permette l’ispezione  per la manutenzione, la pulizia e la ventilazione naturale quando richiesto, in modo da integrare il processo di climatizzazione. I serramenti apribili incorporati in questa pelle più interna della facciata sono di piccola dimensione in modo da interferire il meno possibile con il flusso dell’aria nella cavità.
All’interno dello strato di ventilazione è inoltre presente un sistema di oscuramento solare costituito da delle veneziane che variano automaticamente la loro inclinazione a seconda della radiazione giornaliera.
Il controllo climatico offerto da questa soluzione di facciata ha permesso la collocazione di postazioni di lavoro direttamente a filo delle superfici vetrate anche durante i mesi più critici dell’anno. Durante la stagione estiva il calore solare può essere rimosso immediatamente mentre durante i rigidi mesi invernali si possono prevenire spiacevoli correnti di aria fredda e condensazioni interstiziali.
La scelta di un sistema di facciata a doppia pelle vetrata è stata inoltre suggerita dalle sue elevate capacità di assorbimento del suono, garantite dalla presenza del considerevole strato di aria nell’intercapedine in cooperazione con le capacità di abbattimento del livello sonoro intrinseche al tipo di vetro utilizzato [nota: più avanti si vedrà che è stratificato].
Anche il disegno dei serramenti, in questo progetto, segue particolari canoni compositivi: l’uso della vetrata strutturale ha permesso infatti di dare particolare rilievo visivo solo agli elementi meccanici ausiliari di sostegno delle traverse orizzontali, i quali sono portati in evidenza attraverso l’alternanza cromatica dei colori bianco e nero. All’interno i profili della facciata appaiono invece di colore grigio chiaro metallico.
L’altro elemento architettonico che, insieme alla facciata, incide maggiormente sull’aspetto della biblioteca e sul suo comportamento bioclimatico è rappresentato dal sopraccitato tetto verde. La massa di accumulo  della copertura erbosa possiede infatti significative proprietà isolanti e di isolamento sonoro; inoltre la presenza dello strato vegetativo è funzionale raffreddamento dell’intero complesso favorito dall’evaporazione dell’acqua piovana trattenuta dallo stesso. Dal punto di vista figurativo questo elemento appare come un leggero foglio di consistenza cartacea sollevato, lungo il lato est, da esili pilastri di acciaio.

Il materiale
I principali materiali che connotano questa architettura sono il vetro e l’erba; essi rispondono a due condizioni specifiche del progetto, mantenendo contemporaneamente una certa autonomia nella composizione di insieme. Lo strato erboso è pensato infatti come elemento di schermatura visiva della biblioteca verso l’aula magna mentre, al contrario, le superfici vetrate costituiscono un elemento di comunicazione e di dichiarazione della struttura bibliotecaria verso l’intero Campus. Oltre a una contrapposizione di carattere funzionale questi due elementi si contrappongono anche dal punto di vista figurativo: la sagoma ondulata dell’elemento di involucro trattato a verde si contrappone infatti con le superfici nette delle lastre vetrate e con le loro estremità taglienti.
Il requisito fondamentale al quale doveva rispondere questo progetto, trattandosi appunto di una biblioteca, era quello di utilizzare il più possibile la luce naturale. Il materiale utilizzato per rispondere a questi requisiti di illuminazione è stato il vetro, adoperato qui come elemento di chiusura di ampie superfici trasparenti.
Per rispondere ai requisiti di comfort interno alla biblioteca sono stati utilizzati vetri caratterizzati da elevati livelli di assorbimento del rumore e da elevata efficienza termica. Il sistema vetrato dell’involucro esterno è costituito da un doppio vetro basso emissivo costituito da due lastre di vetro temprato rispettivamente di
8 mm e di 6 mm, una cavità a ventilazione forzata dello spessore di 140 mm e un pannello scorrevole di vetro monolitico temprato dello spessore di 8 mm. Le partizioni interne che si connettono alla facciata sono costituite da una lastra di vetro stratificato in modo tale da dissimulare similmente le fuge verticali della facciata.
Le postazioni di lavoro sono delimitate anch’esse da partizioni interamente vetrate, eccetto per le porte di legno che coducono ai ballatoi aperti sullo spazio centrale. La facciata, infine, che chiude la stecca di uffici lungo il lato sud è un collage di vari vetri trasperenti e traslucidi che lasciano penetrare il chiarore della luce esterna all’interno del luogo di lavoro.
Anche lungo il prospetto nord, che ospita l'intera postezione informatica, l’illuminazione diurna viene  assicurata dai diversi piani di trasparenza.
Questi differenti layers di vetro strutturano un ampio spettro di vari tipi di luce che rendono attivo il vasto spazio interno. La luce naturale viene inoltre intercettata in modo zenitale dalla lastra di vetro che corona l’intersezione del cono con il piano di copertura. Le facciate vetrate e la striscia di vetro lungo l’elemento conico sono sufficienti a far provvedere l’interno di sufficiente luce naturale.
La scelta dei colori e dei materiali si è svolta in funzione del conseguimento di una atmosfera calma volta all’incentivazione dell’apprendimento.
Il rapporto di illuminazione viene invece invertito durante le ore notturne: di notte, infatti, l'edificio si trasforma in un particolare elemento che emette luce e calore verso l’ambiente esterno.

Riferimenti bibliografici
- Francine Houben, Mecanoo Architect’s: composition, contrast, complexity. Birkhäuser, Basel, 2001.
- Mecanoo Architect’s, Mecanoo Architect’s: Delft university of technology library, 010 Publishers, Rotterdam, 1998.
- Fedrerico Bilò, Mecanoo, Edilstampa, Roma, 2003, pp. 110 – 115.
- Kees Somer, Mecanoo Architekten, 010 Publishers, Rotterdam, 1995, pp. 79 – 87.
- Bibliothek der Technischen Hochschule in Delft“ in Detail n.° 5, 1999, pp. 841 – 845.
- “Biblioteca universitaria, Delft, Olanda“ in Domus n.° 812, 1999 pp. 22 – 29.
- “Mecanoo. Library of Delft University of Technology” in GA Contemporary Architecture # 03 Library, 2006, pp. 1993-1997.

Riferimenti internet
www.mecanoo.com

Disegni
Sezione verticale e orizzontale copertura
Sezione verticale facciata